Anche la stampa locale ha avuto a che dire sul Don Bosco di Vercelli e sui suoi ragazzi:
“Trasformare un momento di crisi in un’opportunità di crescita?
Si può se ci sono buona volontà e talenti, ma soprattutto se si lascia fare allo Spirito Santo, che soffia dove vuole e non ha mai avuto il fiato corto quando ha incontrato il carisma educativo salesiano.
Così il Centro di Formazione Professionale del Cnos – Fap di Vercelli, lo storico protagonista dell’avviamento professionale al lavoro, che ha sede al Belvedere di Vercelli, quest’anno ha fatto vedere di cosa sono capaci i figli di San Giovanni Bosco.
Quando c’è il sole, sono buoni tutti.
Quando c’è la tempesta Coronavirus, è tutta un’altra cosa.
Ed i superduri tirano fuori le unghie.
Mai spuntate dalla onicofagia compulsiva che, invece, ha comprensibilmente afflitto tanti in questo periodo, appena trascorso e sospeso (forse) come se stessimo sulla battigia che attende una seconda ondata.
Che speriamo non verrà mai.
I ragazzi, con i loro insegnanti e con quel formidabile centrocampista che è Flavio Ardissone, avrebbero voluto, nell’Inverno appena trascorso, offrire a Vercelli uno spettacolo, in onore del loro e nostro Santo “sociale”, come il Piemonte venera Don Bosco.
Sociale perché aveva capito, come tutti i grandi – e, anzi, grandissimi – che non si può servire Dio se non si servono i “piccoli”.
I modi possono essere molti, ma uno sicuro è quello di aiutarli a crescere, dando assistenza, aiuto ed istruzione.
Quello che oggi chiamiamo “digital divide”, la forbice che separa quelli che sanno usare le nuove tecnologie informatiche da coloro che non sono capaci, una volta si sarebbe potuto chiamare “lathe” divide, il divario da tornio.
Integrati nella società i tornitori, destinati alla marginalità gli altri.
Don Bosco sempre sulla linea di frontiera.
Nessuna meraviglia che, quello stesso confine, sia oggi presidiato dai suoi figli, attenti ai segni dei tempi.
Che non stanno a guardarsi indietro: una volta facevamo…
Ma che, al contrario, si domandano: come si comporterebbe Don Bosco se fosse qui con noi, oggi?
Ecco, questo significa “camminare” sulle orme: mettere quelle orme davanti al nostro cammino, non andare a ritroso.
Come sappiamo, il Coronavirus ha costretto a rivedere tanti progetti.
Ma i ragazzi del Cnos Fap (tra parentesi: nell’anno scolastico 2020 – 2021 la famiglia degli allievi iscritti a Vercelli aumenta del 55 per cento rispetto all’anno scorso) non si danno per vinti e trasformano quella (mancata) rappresentazione in una storia raccontate per immagini e filmati.
Un docufilm di mezz’ora che si vede tutto d’un fiato.
Argomento?
Sempre la magìa.
Ma giocando a nascondino con fatti ed avvenimenti di Vercelli.
La città che arrivò ad avere ben 17 teatri e sale cinematografiche.
La città che ospitò il grandissimo Mago Bustelli.
Ma non togliamo il gusto della sorpresa.
Guardiamo il film e diciamo bravi a ragazzi, Insegnanti, al Direttore Don Miglietta, al numero 10 della Squadra, Flavio Ardissone.
E poi il pezzo pubblicato da PRIMA VERCELLI…
«Questo non doveva essere un video – ha detto Flavio Ardissone, docente e responsabile marketing del Cnos-Fap presentando al Museo Leone «I teatri di Rivista e Magia a Vercelli» – ma una conferenza-spettacolo prima del lockdown in onore di San Giovanni Bosco. Don Bosco è infatti il santo protettore dei maghi e saltimbanchi, perché egli stesso non disdegnava di organizzare spettacoli per i suoi ragazzi. Non potendo tenere la conferenza l’abbiamo trasferita in un video».
Un video appassionante
Il prodotto finito, realizzato con i ragazzi della classe 3 B del Cnos-Fap, e la collaborazione di diversi amici come «La Rete», è stato proiettato per la stampa cittadina nel corridoio delle «Cinquecentine» del Museo Leone giovedì 9 luglio. Ardissone è stato accolto dal presidente del Museo Gianni Mentigazzi che poi ha lasciato la parola all’assessore Mimmo Sabatino e al vice presidente del Consiglio Comunale Gianni Marino, che hanno ringraziato Flavio e sottolineato l’importanza del Cnos Fap e dei Salesiani per la città. Il Comune ha dato il patrocinio al progetto.
Ma veniamo ai contenuti della “video-conferenza” che peraltro potete anche visionare direttamente
Ardissone, come ben sanno i vercellesi, e come ha anche ricordato Gianni Mentigazzi, a Vercelli è sinonimo di teatro e cinema e dunque non c’è da stupirsi del tema trattato nel video, con una duplice connotazione: da una parte gli storici teatri vercellesi, che rivivono con foto d’epoca rarissime, dall’altra la storia del grande Mago Bustelli, narrata con ricordi vercellesi e il contributi di Tony Binarelli, che lo ebbe come mentore.
Templi del divertimento e un grande mago
Nel video si fa cenno, con rarissime foto, al mitico «Politeama Facchinetti», di fine 800, in cui, fra gli altri, si esibì anche il leggendario tenore Tito Schipa, il teatro Verdi, il teatro Viotti, che era il più grande ed oggi è in abbandono, ed il teatro Civico, prima e dopo l’incendio. In realtà si parla anche dell’Astra (altra sala splendida di cui si sente la mancanza). Il clou negli anni Sessanta, quando, in città, fra cinema e teatri le sale attive erano ben 17!
Un patrimonio che oggi si è ridotto al solo Civico e che è interessante conoscere, magari anche per recuperare, dove possibile.
Riguardo al mito Bustelli, fu un mago che fece davvero epoca, non fu solo un geniale prestigiatore ma anche un uomo di spettacolo a tutto tondo che alternava agli “esercizi” momenti di comicità, musica, balletto. Tanto che si portava dietro una “truppa” di oltre 50 persone. Ogni suo spettacolo era un evento. In città la sua apoteosi fu nel 1933, quando tenne ben cinque spettacoli. Tre repliche al teatro “Verdi” di Via Laviny nel mese di novembre e due serate al teatro Civico l’11 e 12 dicembre.
Un vera chicca.
https://youtu.be/kyYKpuRs6gs
Grazie al Direttore del Centro Gabriele Alessandro Miglietta e ai suoi Collaboratori instancabili si stanno realizzando nuovi laboratori, ampliamenti aule informatica e aule insegnanti.