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Gli auguri di Natale all’insegna dell’integrazione e del ricordo

Siamo tutti in uno spazio unico, uno spazio grande e accogliente. Oggi la chiesa del Sacro Cuore ha un tono familiare, sembra una grande casa. Anche le indicazioni di Don Miglietta su come disporsi risuonano potenti ma con un tono di fondo festoso e conciliatore.
Allievi, formatori e personale sono seduti in ordine a riempire perfettamente tutte le panche fino in fondo. Una precisione che raramente si raggiunge quando si richiede ma che sorge quasi spontanea proprio nelle occasioni di festa e raccoglimento.
È con questi pensieri in testa, attraverso i confronti fra bontà e imposizione, che rivolgiamo il nostro ultimo pensiero dell’anno alla professoressa Maria Bissacco, un esempio d’infinita pazienza per tutti noi. Cristiani, musulmani, atei e indecisi, oggi i punti in comune vincono sulle differenze. Le figure di Maria nostra e Maria la Santissima sono trasversali nei cuori e nelle culture, così come lo sono i temi presentati da alcuni studenti volontari. Con l’aiuto dell’educatore De Donatis, si leggono salmi senza trasformare l’incontro in una messa. La parola sacra si cala nel tempo moderno col paragone tra la condizione della Santa Famiglia a Betlemme e
dei migranti di oggi. Si invita a considerare i barconi che affondano in un mare di plastica come la versione contemporanea della mangiatoia con il bue e l’asinello.
Sotto le belle volte a crociera risuonano le cover delle canzoni di Natale, sotto al porticato le esultanze per l’inizio delle feste. I saluti si trascinano fuori l’ingresso, dove si attardano i capannelli di ragazzi e famiglie fino a che non si è finito di ridere o piangere abbastanza per separarsi.
Buon Natale e buon riposo a tutti!